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Pubblicato da FutuRadio Web domenica 13 marzo 2011 , , ,

La vita facile di Lucio Pellegrini

Mario e Luca sono amici di vecchia data, entrambi medici, ma con carriere completamente diverse. Mentre infatti il primo è uno dei chirurghi più rinomati della Capitale, l’altro fa il volontario presso un piccolo ospedale da campo in Kenya. Un giorno Mario decide di raggiungere Luca con la scusa di aiutarlo nella sua missione, anche se in realtà sta scappando da un’inchiesta sulle tangenti nella Sanità che lo accusa di aver impiantato nei pazienti valvole cardiache difettose. I due amici hanno in comune anche la stessa donna, Ginevra, la giovane e bellissima moglie di Mario di cui è innamorato anche Luca. Tra rancori e riappacificazioni, la dura vita in Africa indurrà i tre amici a fare delle scelte decisive, anche a scapito dei buoni sentimenti.

Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Vittoria Puccini tornano insieme sul grande schermo per l’ultimo film di Lucio Pellegrini, La vita facile, anche se qui siamo ben lontani da una storia improntata sulla crisi generazionale dei quarantenni. A causa forse di alcune carenze nella sceneggiatura, colmate dalle belle panoramiche del territorio keniota, il film in generale trova spessore grazie all’interpretazione di Favino nei panni di Mario. Tutto il resto lascia un po’ a desiderare, inclusi gli altri protagonisti purtroppo uguali a se stessi. Pellegrini infatti si muove su un doppio registro, quello della commedia e quello del sentimentalismo, senza però arrivare ad una scelta definitiva. Non si capisce se La vita facile è un film che vuole accendere i riflettori sul disagio di alcune zone del mondo dilaniate dalla povertà - rappresentate attraverso le difficoltà di un ospedale da campo in Africa - o su quelle dilaniate dalla ricchezza e dalla corruzione - rappresentate non solo dalla vita di lusso in Italia, ma a anche dalle scene ambientate nella casa di un diplomatico europeo in Kenya. O semplicemente su entrambi. Se così fosse, allora, avrebbe avuto senso scegliere un finale diverso, in cui vincessero davvero i buoni sentimenti e non, per l’ennesima volta, la furbizia o l’accettazione forzata del proprio destino.

(marianna dell’aquila)


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