Jamendo

Intervista a Livio Amato

Pubblicato da FutuRadio Web martedì 13 aprile 2010 , , , , , , , ,

È al pianoforte che Livio si esprime al meglio. Ma le sue non sono semplici melodie. In Sensitivity (ultimo lavoro di Livio, scaricabile da Jamendo), le note prendono sonorità “dalla notte profonda che è in ognuno di noi. In questa notte si nascondono i nostri desideri repressi, le nostre aspirazioni, i nostri ricordi, che sono fatti della stessa materia dei sogni. Non tutti abbiamo la capacità di percepirne l'esistenza, ancor meno di esserne consapevoli. La 'sensitività' non è la 'sensibilità': con la seconda possiamo, al più, percepire l'esistenza della prima”. “Le canzoni che compongono questo album – spiega Livio –, sono lampi di luce che provengono da questa notte immensa: mi hanno invitato a seguirli, mi hanno raccontato storie e mi hanno descritto immagini, colori e profumi”.
Livio Amato nasce nel 1965 a Torino, una città che, come ama descriverla, “tutti eviterebbero, se non fosse per la grande storia che la segue come un'ombra”. La musica non fa parte della sua vita, è la sua vita: “Probabilmente – racconta il compositore piemontese a FutuRadio Web – ho imparato ad amare la musica prima ancora delle persone. Ho un fratello otto anni più vecchio di me e questo ha fatto si che ascoltassi, inevitabilmente, ciò che piaceva a lui. Erano i tempi delle prime 'compact cassette' e delle prime radio-mangianastri a transistor, quindi portatili. Nelle gite domenicali il sottofondo musicale erano gli 'ultimi' lavori di Led Zeppelin, Deep Purple, Yes, Genesis.... ma anche Tangerine Dream o gli italianissimi Pooh di Riccardo Fogli. Oggi che buona parte di questi 'riferimenti' non esistono più, dopo aver accompagnato la mia vita per molti anni anche dopo la mia infanzia, amo ascoltare tutta la musica che possa regalarmi una sensazione, un'emozione o più semplicemente un appiglio a qualcosa che mi riguarda da vicino. Guardo alla musica come ai profumi: basta un niente e si sprigiona una situazione emozionale”.

In Sensitivity fai spesso riferimento alla notte. Quale valore assume la notte nella tua vita?

Siamo animali diurni, la notte ci incute timore e disagio, ma anche una forte curiosità: alla notte associamo l'idea del riposo, del rilassamento; alla notte riconosciamo una 'fredda' intimità, che si manifesta nel poterci nascondere in essa. La notte ha, per testimonial, la Luna, che rappresenta il nostro subcosciente, così inondata di luce riflessa, come uno specchio: ecco, qui si intravede il concetto di io inconscio che si manifesta a tratti e in modo del tutto imprevedibile e quasi inafferrabile durante la veglia; è fatto della stessa materia dei sogni. La notte rappresenta, quindi, l'impercettibile legame con una realtà parallela della nostra esistenza, portatrice della verità assoluta sul come siamo, cosa vogliamo, da dove veniamo e verso cosa siamo diretti.

Proponi una musica, per certi versi, di altri tempi. Difficilmente ascoltata dai più giovani, talvolta incompresa. A quale tipo di pubblico ti rivolgi?

Ho sempre ritenuto che la musica è amore e, in quanto amore, non vuole riconoscersi limiti di età, manifestazione o di azione. Io propongo un pensiero che è diventato emozione 'forte' ancor prima di essere tradotto in musica: per associazione di idee, se una cosa scaturisce da un'altra è possibile un processo inverso che mi possa ricondurre alla materia primaria; le mie composizioni mirano proprio a stimolare questo processo inverso, in modo che chi ascolta abbia a disposizione il necessario per creare le stesse immagini che hanno motivato il brano. Non credo che si possa parlare di genere musicale, nel mio caso. La scelta delle voci strumentali accade spesso che ricadano su strumenti acustici, i quali meglio si adattano a descrivere le vibrazioni delle emozioni, vibrando con loro all'unisono. Questa scelta può targare alcuni brani in modo un po' datato, ma il suono di una chitarra classica o di un pianoforte a coda, rimarrà in eterno più espressivo di un acid loop. Vorrei rivolgere semplicemente i miei brani a chi ha orecchie per l'emozione, per l'amore e le sue manifestazioni indipendentemente dall'età, condizione sociale, grado di cultura. L'amore, la musica, come la morte o il semplice e mero concetto di vita, ci accomuna tutti, grandi e piccoli, poveri e ricchi, uomini e donne.

Al di là della “notte”, quali sono le sensazioni che vuoi proporre all'interno dell'album Sensitivity?

Premetto: Sensitivity doveva essere un lavoro più maturo dei precedenti due (Always Musa e The gate of evermore) o, almeno, ne aveva l'ambizione. In corso d'opera mi sono invece reso conto che la “storia di Musa” attendeva il “colpo di grazia”. A Sensitivity ho affidato questo ingrato compito: un momento di riflessione su quanto era successo nelle “storie” precedenti e il cambio di direzione improvviso verso altre mete: i passi finali del brano di coda, Infinity, testimoniano l'attimo in cui ci si lascia indietro qualcosa in modo definitivo. Non credo che si possa cogliere il significato di Sensitivity senza prima ascoltare i due precedenti: è un trittico indissolubile.

Cosa pensi della musica in copyleft e delle possibilità offerte da alcune piattaforme come, appunto, Jamendo?

Fino agli inizi del nuovo millennio era presente la difficoltà, per i “piccoli” gruppi e autori emergenti, del sostenere l'esame SIAE. Io credo che questo abbia ostacolato molto il percorso e l'affermazione musicale degli emergenti. In alcuni casi, le demo venivano scartate a priori se non si era iscritti SIAE e, allo stesso modo, si era un po' a disagio nel dover affrontare spese non sempre sostenibili per poter esercitare il diritto d'autore su un supporto fonografico in distribuzione. Credo che la soluzione “Creative Commons” abbia concesso l'opportunità (a me per primo) di potersi avvalere almeno dell'attribuzione intellettuale con la certificazione di anteriorità dell'opera che si intende far conoscere e in forma completamente gratuita. I non-vincoli sulla distribuzione, sul download e, volendo, sull'utilizzo commerciale delle opere, completano le possibilità che si sono conquistate con il “Copyleft”, dove è l'autore ad esercitare il diritto di decidere autonomamente cosa fare delle proprie creazioni. Gli aggregatori partner, tipo Jamendo, offrono anche la possibilità di promuoversi gratuitamente ed efficacemente ad un pubblico sempre più grande di audiofili più o meno esigenti. Che vogliamo di più?

Hai progetti particolari per il futuro? Live da promuovere da qui a poco tempo?

Ferma restando una certa difficoltà nel trovare spazi live per il tipo di musica e nell'implementazione live multitraccia, che mi farebbe rinunciare ad arrangiamenti chiave per i brani stessi, non escludo la possibilità, in tempi medi, di riprendere il discorso “pubblica esecuzione”, se andrà a buon fine la ricostituzione del duo Livio Amato – Piero Tarditi (ex “Lifeless”, gruppo wave nel quale ero chitarre, basso negli anni '90). L'idea di ricostituire il gruppo sulla base di un'esperienza musicale più vasta, anche solo a livello di progetto unico, può essere il prossimo passo.

Sensitivity, album di Livio Amato, è in rotazione su FutuRadio Web

F.G.
13/04/10


1 Responses to Intervista a Livio Amato

  1. Anonimo Says:
  2. Un album molto bello sensitivity ,
    dolce, melodico, fantasioso,
    e mi si passi il termine emozionale.
    Ascoltatelo !

     

Posta un commento



Clicca on air e ascolta le nostre dirette!

(N.B. Le trasmissioni avvengono secondo gli orari previsti dal palinsesto)

FutuRadio Web


FutuRadio Web

Ascoltaci dal tuo iPhone! Come? Clicca l'immagine dal browser del tuo iPhone o iPod Touch oppure leggi qui!

iPhone