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Invita Minerva: l’intervista

Pubblicato da FutuRadio Web venerdì 28 gennaio 2011 , , , ,

Chi sono gli Invita Minerva? Sono i diretti interessati a spiegarlo a FutuRadio Web. “Se parliamo dei singoli la storia è davvero molto lunga, tutti suoniamo da moltissimi anni e abbiamo avuto esperienze diverse nel corso del tempo. Gli Invita Minerva esistono ufficialmente dal 2009, nati dalla volontà di Fabio e Silvio di dare concretezza ad una idea che da sempre avevamo, proporre musica originale con testi in italiano con la finalità da una parte di intrattenere nel più genuino spirito rock’n’roll e dall'altra di indurre chi ci ascolta a delle riflessioni. In realtà noi due suonavamo già insieme in un altro gruppo, gli Unisuono, un trio con un altro batterista. Quella band aveva una sonorità molto più ‘sporca e cattiva’ rispetto agli IM e rispecchiava in pieno l’esigenza espressiva che avevano allora. La voglia di continuare ci ha portato all’incontro con il batterista Angelo con cui è nata la giusta empatia che ha dato vita ai nuovi pezzi”.
Trio romano, gli Invita Minerva hanno all’attivo un ep di tre brani, pubblicato su Jamendo e presentato da FutuRadio Web. Anche loro, come tanti artisti emergenti e underground, hanno intrapreso un percorso, per così dire, “alternativo”.

Cosa vi ha spinto a pubblicare la vostra musica sotto licenze Creative Commons?

In realtà avendo all’attivo solo un demo non abbiamo ancora posto alcuna licenza sui brani, ma in ottica disco ci sembra la soluzione a noi più consona che ci permetterebbe di usufruire dei canali di distribuzione indipendenti e sicuramente a noi più affini.

Che tipo di riscontro avete ottenuto, finora, pubblicando in questo modo?

Il sistema attuale è fatto di monopoli e di interessi che lucrano sulla creatività ponendo delle barriere alla libera diffusione delle idee, il riscontro della nostra scelta come di quella di molti artisti lo si può già apprezzare osservando ciò che accade sulla rete dove l’artista non ha mediatori ed è l’unico promulgatore della propria opera.

Proponete un ‘rock a tratti’, secondo noi, molto riflessivo. Quale è la vostra fonte di ispirazione?

La definizione ‘rock a tratti’ è suggestiva, crediamo sia azzeccata. Lo spirito è senz’altro rock, ma la particolarità è nel sound che risente delle diverse influenze musicali. Quando si pensa al gruppo rock si ha subito l’idea di doverlo accostare per forza a qualcosa che già esiste, noi ci siamo voluti concedere il lusso e la libertà di inserire elementi inaspettati ed estranei rispetto ai soliti cliché attingendo a linguaggi che ci appartengono come il jazz o il country che ad un primo ascolto non emergono in modo così evidente. E’ ovvio che ognuno di noi ha i propri eroi. Lo sforzo è forse quello di lasciarli fuori dalla sala prove.

Su Jamendo avete pubblicato un assaggio di ciò che siete. State lavorando a qualche progetto più ampio?

Quello che c’è su Jamendo e sullo space rappresenta solo la prima fase degli Invita Minerva dal punto di vista creativo. I nuovi brani forse ci soddisfano maggiormente sia dal punto di vista musicale che lirico e ci piace molto suonarli dal vivo. In questa dimensione le cose possono anche evolversi e modificarsi, dilatarsi con l’improvvisazione. Stiamo inoltre lavorando su nuove idee. Il progetto più ampio è ovviamente la registrazione di un album.

Siete impegnati in qualche esibizione dal vivo al momento?

Abbiamo fatto qualche serata nei locali della Capitale, la scena del live per i gruppi che propongono qualcosa di originale non è delle migliori e siamo convinti che solo grazie a un grosso sforzo da parte nostra potremo toglierci qualche soddisfazione. Non mancheremo di informarvi per le prossime date.

Come vi immaginate ‘da grandi’?

Semplicemente, vorremmo continuare, nonostante tutto, a fare quello che ci piace.


(fabio germani)


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