Jamendo

Favorire una cultura dell'alterità. Questa, in soldoni, la “missione” del catalogo io e l'altro - per un dialogo interculturale attraverso l'arte, presentato ieri dall'associazione Fonopoli nello Store Feltrinelli di Via Appia Nuova (Roma). Si tratta della fase finale dell'omonimo progetto di Vincenzo Incenzo, volto a promuovere gli artisti emergenti. “Siamo educati alla paura – scrive Incenzo – e la paura può essere superata solo attraverso la conoscenza e il gioco, come ci insegnano i bambini”. Dunque, “per risolvere il problema dell'altro, l'arte è una scorciatoia fantastica perché ha in sé gli strumenti del gioco e della conoscenza. Fonopoli ha accettato ancora una volta la sfida”. All'interno del catalogo, in formato dvd pack contenente un booklet di 56 pagine e un cd audio, vengono presentati 40 artisti, dieci per ogni categoria (musica, letteratura, arti visive e cinema). La pubblicazione vanta la supervisione artistica di Renato Zero, presente anch'egli all'evento. Sul palco si sono esibiti alcuni degli artisti che hanno dato vita al catalogo, da Luca Bussoletti (che ha cantato Tutti giù per aria, pezzo scritto per i cassintegrati dell'Alitalia, ma dedicato – come ha sottolineato lo stesso cantautore romano – a tutte quelle persone che stanno vivendo realtà analoghe), a Mary Boccia, Tala, Francesca Dragoni dei Petramante fino ad arrivare alla coinvolgente nonché stravagante performance di Ironique. Per le arti visive Andrés Arce Maldonado ha invece illustrato Meso, documentario sulla condizione femminile in una videoproiezione multipla. “L'umiltà è il punto di partenza e di arrivo – ha preso successivamente la parola Renato Zero –, c'è chi di questi tempi fa il possibile per non garantire ai bambini un futuro anche attraverso la cultura. Questi ragazzi – ha osservato riferendosi a coloro che si erano esibiti prima – hanno accettato la sfida nei confronti di quanti decidono chi può andare e chi no. Ben vengano questi palcoscenici seppure lontani da certe istituzioni”. Non è mancata da parte di Renato Zero una frecciatina alla classe politica: “Fonopoli per 15 anni non si è fatta perché c'era chi voleva un 'inciucio' che non abbiamo mai concesso. Ma noi – ha infine promesso – non abbiamo nessuna voglia di arrenderci”.

articolo di Fabio Germani
servizio fotografico di Fabrizio Ricciardolo
11/06/10


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