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Intervista ai 16 Barre

Pubblicato da FutuRadio Web lunedì 26 aprile 2010 , , , , , , ,

Un duo dalle chiare origini rap, ma che nel tempo ha saputo “spaziare in tutti gli orizzonti musicali”. Stefano Lunardi (Princkin, mc-producer) e Andrea Di Benedetto (Benni, mc) sono i 16 Barre, gruppo nato a Rovigo nel 2005 e di cui facevano parte in origine altri due elementi (Rock-P, Slam-Dg). “L' hip hop è sempre stata la nostra musica preferita”, raccontano i 16 Barre a FutuRadio Web. Il gruppo è cresciuto ascoltando hip hop italiano ed è da qui che “ha avuto il via” il percorso musicale. Nel periodo 2005-2006 il primo lavoro, La bella musica italiana. Poi, nel 2007, A volte parlano. Nel 2009, infine, esce Li ho visti ancora (scaricabile da http://www.myspace.com/16barre), album in cui i 16 Barre, in collaborazione con i Watch The Dog (tra le loro collaborazioni ricordiamo anche i Boulevard Pasteur), danno vita a un'esperienza musicale che va oltre il rap. È una contaminazione di suoni e parole, un viaggio nei meandri delle illusioni dove tutto è sotto il controllo del “nuovo ordine mondiale”. I 16 Barre paragonano la società contemporanea a “mondi paralleli di inganni e mostri nascosti nell’ombra”.

In Prigioni mentali invitate l'ascoltatore a scoprire un “mondo di simboli strani”, a tornare “a parlare con gli esseri umani”. Quali sono, a vostro giudizio, le prigioni mentali che al giorno d'oggi caratterizzano l'umanità?

I nostri simboli strani sono ovunque. Nelle banche, nelle chiese, nelle ambasciate, nel televisore di casa nostra, nelle relazioni umane, nel tempo, nella mente. Le prigioni mentali a cui siamo stati costretti, fin da piccoli, sono subdole. Con la scusa del bene e del male hanno approfittato per creare allarmismo di massa e un confine tanto labile quanto sorvo-labile, ma questo certo non lo scopriamo noi.

Da dove traete ispirazione per i vostri testi così visionari?

Noi amiamo leggere e documentarci, se vogliamo siamo dei veri e propri reporter dell'altro lato del sapere. Amiamo trattare di argomentazioni che spesso e volentieri vengono viste come viaggi fini a se stessi ma che in realtà sono fotografie di scienziati, inventori, biologi, filosofi, ricercatori, giornalisti, matematici, astronomi – e chi più ne ha più ne metta –, messi ai margini della conoscenza comune scolastica per la grandezza umana delle loro scoperte, le quali avrebbero potuto e potrebbero rivoluzionare la vita, ma spesso e volentieri il mondo ci ha insegnato che la vita è un valore misero e spicciolo.

Concentrandoci sulla musica e in particolare sul vostro album, come è nata la collaborazione con i Watch The Dog?

I Watch The Dog sono formati da due componenti: Federico Antonioni e Giampaolo Paderno. Quest'ultimo è fatalità il cugino di Princekin. Lo sposalizio fra gli stili è stato dunque scritto. Federico ha un altro gruppo oltre ai Watch The Dog, che ci ha permesso, oltre che un suono perfetto (essendo un tecnico del suono), una contaminazione totale nel campo di altri stili. Giampaolo alla programmazione lavora da sempre e la sua sfumatura electro sperimentale è un ulteriore bingo.

Contaminare diversi generi è per voi un'esplorazione musicale o un modo per sdoganare l'hip hop dall'attuale scena, forse poco innovativa al momento?

La musica la vediamo da un piedistallo, non come zone diversamente colorate ma come un banco colori dal quale è possibile, con la fantasia, disegnare mostri con i flauti e sogni con le chitarre distorte. Lo spaziare , secondo il nostro punto di vista, accresce il proprio bagaglio musicale, e il tutto non può che giovare nell'immenso mondo musicale.

A proposito di scena italiana, qual è il vostro giudizio sulla musica rap nel nostro Paese?

Ci sono artisti che stanno in alto e artisti che stanno in basso. Quello che fa sempre e comunque la differenza è l'umiltà, l'amore per quello che si fa, la costanza e l'intelligenza nel cogliere l'attimo giusto. Detto questo i nostri gusti ci portano ad ascoltare prevalentemente rap underground e specie nostri amici della zona che spaccano una cifra. La scena hip hop italiana a nostro giudizio è viva e vegeta, pronta a ribaltare le casse alla prima giusta opportunità. È pieno di artisti poco rinomati ma che realmente ci sanno fare, e artisti già conosciuti che ne sanno a pacchi! Il problema è trovare il veicolo pubblicitario che riesca a lanciarti, ecco di che parlavamo per “cogliere l'attimo giusto”.

Progetti per il futuro? Potete svelare qualcosa a FutuRadio Web?

Non ci sentiamo di poter assicurare un'uscita immediata per quanto riguarda i 16 Barre e Watch The Dog, ma possiamo dirvi che fra massimo quattro mesi sarà possibile scaricare dal nostro space (myspace.com/16barre) un nuovo lavoro di Princekin e Boulevard Pasteur. Con la ovvia collaborazione di Benni in un viaggio che parla di quel che non siamo. Are you ready?


I 16 Barre/Watch The Dog sono in rotazione su FutuRadio Web

F. G.
26/04/10


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