Jamendo

Intervista ai Liquid Clock

Pubblicato da FutuRadio Web lunedì 1 marzo 2010 , , , , ,

Musica strumentale come difficilmente capita di ascoltare. Loro sono i Liquid Clock, band di Lodi (“A parte Marco che è di Santa Cristina, tra Lodi e Pavia”) che propone sonorità squisitamente funk e fuori dal 27 gennaio con il primo album Sense of self, scaricabile da qui. Il gruppo è composto da Ennio Petriliggieri al basso, Marco Zaffignani alla batteria, Massimo Emmanuele alla chitarra e Sabrina De Mitri al sax. “Ci siamo formati nel 2007, conoscendoci in parte tramite annunci sul web, in parte perché frequentavamo la stessa scuola di musica”, raccontano i Liquid Clock a FutuRadio Web.

Il funk è sicuramente un genere per certi versi molto impegnativo. A quale fetta di pubblico vi rivolgete?

Non partiamo con l'idea di coinvolgere una particolare fetta di pubblico, noi stessi siamo curiosi di scoprire chi viene catturato maggiormente dai nostri pezzi. Fino ad ora abbiamo visto con piacere che ci segue volentieri chi ha gusti musicali piuttosto vari, non per forza chi ascolta funk. C'è anche da dire che in Italia il funk non è molto considerato e che la nostra musica non è proprio funk tradizionale, subisce altre influenze. In ogni caso anche chi è abituato ad ascoltare hit da classifica spesso non disdegna i nostri pezzi più melodici. Con gli altri invece si addormenta, ma ci sembra una cosa più che normale.

Da cosa nasce, invece, la volontà di produrre un album interamente strumentale? Di questi tempi, considerata la musica che va per la maggiore, è una scelta coraggiosa...

Ascoltiamo tutti e quattro molta musica strumentale, al punto che non ci viene naturale dividere la musica in due in base alla presenza o all'assenza di una voce, come non ci verrebbe in mente di dividerla in due in base alla presenza o all'assenza del basso, del violoncello, o di qualsiasi altro strumento. Di certo l'abitudine a sentire una voce in primo piano e a concentrarsi (a volte solo) su di essa tende a far considerare “pesante” l'ascolto se la voce manca. In fase di formazione della band abbiamo considerato anche l'idea di inserire una voce e abbiamo provato qualche cantante, ma non trovandone uno adatto al sound che cercavamo, abbiamo deciso di rimanere in quattro.
Non doversi guadagnare da vivere attraverso la musica è un grande privilegio, consente di creare in piena libertà, senza dover trovare compromessi. La fortuna è stata essere tutti d'accordo sull'obiettivo: pensare a soddisfare i propri gusti, porsi come unici limiti la propria fantasia e il proprio bagaglio tecnico, non pensare di riempire i locali a tutti i costi. Non è poco.
In ogni caso crediamo che la nostra musica sia in qualche modo orecchiabile e ascoltabile anche da chi non è cultore del genere, di certo esistono scelte musicali ben più coraggiose della nostra.

A quali artisti famosi, se ce ne sono, vi ispirate?

È scontato dirlo, ma ognuno di noi ha influenze musicali piuttosto varie e differenti. Da un lato ci sono artisti come Defunkt, Medeski Martin & Wood, Meters, Greyboy Allstars, insomma gruppi in cui il funk è l'elemento essenziale. Dall'altro ascoltiamo molto progressive rock, gruppi come Gong, King Crimson, Van Der Graaf Generator e tanti altri, che sicuramente ci influenzano nelle parti più atmosferiche. Ultimamente direi che i Jaga Jazzist sono stati la scoperta più entusiasmante.

Perché pubblicare un album su una piattaforma libera come Jamendo? Quali possono essere i vantaggi?

Sicuramente la diffusione, far sì che persone da tutto il mondo possano ascoltare la nostra musica senza spendere un centesimo permette di avere molte opinioni, apprezzamenti, critiche. Abbiamo anche pensato che il tipo di musica che facciamo probabilmente è più apprezzata all'estero che in Italia. Poi c'è da considerare il fatto che una persona che cerca musica su Jamendo è una persona che vuole trovare alternative rispetto a ciò che si sente in radio o in televisione e quindi è un ascoltatore più curioso e attento.

Progetti per il futuro?

Riuscire a suonare dal vivo il più possibile, il sogno è quello di girare un po' per l'Italia. E certamente continuare a comporre pezzi per registrare il secondo album.


I Liquid Clock sono in rotazione su FutuRadio Web

F. G.
01/03/10


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